Come si legge
dalla quarta di copertina: «La poesia della Bellrham è sospesa tra un fosco
presentimento della morte – quasi un dialogo continuo con l’oltretomba – e una
tensione amorosa per la vita, la famiglia e la quotidianità dei giorni della
quale, pure, non manca di mettere in luce idiosincrasie, violenze e ingiustizie
diffuse. La critica ha parlato di una sorta di nuovo Barocco per la sua poesia
dove coesistono terminologie specialistiche della Medicina e squarci visionari
che fanno pensare al più puro surrealismo. Entrare in una poetica così
magmatica e a tratti scivolosa per cercarne di dare una versione nella nostra
lingua non è compito semplice, dal momento che la poetessa coniò – come il
critico Siomara España annota nello studio preliminare – un suo codice
linguistico particolarissimo, inedito, personale e multi-stratificato. Eppure è
un tentativo sentito (e in qualche modo doveroso) frutto di quella “chiamata”
insondabile che non si è potuto eludere».
Dina
Bellrham, pseudonimo di Edelina Adriana Beltrán Ramos, nacque a Milagro, nella
provincia di Guayas, nello stato dell’Ecuador il 6 luglio 1984 ed è morta
suicida a Guayaquil il 27 ottobre del 2011. Studentessa al quinto anno di
Medicina presso l’Università Statale di Guayaquil, con la passione per la
poesia (grande appassionata di Alejandra Pizarnik), ha fatto parte del gruppo
poetico giovanile “Buseta de Papel”. Due le raccolte poetiche pubblicate: Con Plexo de Culpa (2008) e La Mujer de Helio (2011); altri lavori
sono stati pubblicati postumi. Grazie all’interessamento della famiglia, nella
figura della madre Cecibel Ramos e del critico letterario Siomara España,
postumi sono stati pubblicati i volumi Je
suis malade (2012) e Inédita Bellrham
(2013). Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese e francese su riviste
e blog di cultura.
La poetessa ecuadoriana Dina Bellrham |
IL TRADUTTORE E CURATORE DEL VOLUME:
Lorenzo Spurio
(Jesi, 1985), poeta, scrittore e critico letterario. Per la poesia ha
pubblicato Neoplasie civili (2014), La testa tra le mani (2016), Le acque depresse (2016), Tra gli aranci e la menta. Recitativo
dell’assenza per Federico García Lorca (I ediz. 2016; II ediz. 2020) e Pareidolia (2018). Ha curato antologie
poetiche tra cui Convivio in versi.
Mappatura democratica della poesia marchigiana (2016, 2 voll.). Intensa la
sua attività quale critico con la pubblicazione di saggi in rivista e volume,
approfondimenti, prevalentemente sulla letteratura straniera, tra cui le
monografie su Ian McEwan e il volume Cattivi
dentro: dominazione, violenza e deviazione in alcune opere scelte della
letteratura straniera (2018). Si è dedicato anche allo studio della poesia
della sua regione pubblicando Scritti
marchigiani (2017) e La nuova poesia
marchigiana (2019). Tra i suoi principali interessi figura il poeta e
drammaturgo spagnolo Federico García Lorca al quale ha dedicato un ampio saggio
sulla sua opera teatrale, tutt’ora inedito e tiene incontri tematici. Ha
tradotto dallo spagnolo racconti di César Vallejo e di Juan José Millás e una
selezione di poesie di Dina Bellrham confluite in Le iguane non mi turbano più (2020). Su di lui si sono espressi, tra
gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dante Maffia, Corrado Calabrò, Ugo
Piscopo, Nazario Pardini, Antonio Spagnuolo, Sandro Gros-Pietro, Guido Oldani,
Mariella Bettarini, Emerico Giachery e numerosi altri.
Info editoriali
Le Mezzelane
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– Sito: www.lemezzelane.eu
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