mercoledì 5 settembre 2012

IMPULSI CREATI DALLA LETTURA DELLA POESIA "L'OMBRA" di FELICE SERINO


L'OMBRA
negativo di me mio vuoto
in proiezione mi copia con inediti
profili tagliati nella luce – se dal
di fuori la spiassi mi direi sono
io quello?


pulviscolare ha i contorni
del sogno e i suoi fòsfeni
si spezzetta se riflessa inafferrabile
fantoccio mi diventa

pure mio vuoto mia metà
che estinta con l'ultima luce
rientrerà nel corpo-contenitore
unificata con la terra – senza un grido
tutt'uno con la morte –
senza perché – solo ombra

Felice Serino
Da Il sentire celeste, 2006
*

Pure come invisibile radice
sorprende ai varchi un puro domandare
ove l'alieno allea forma che muta
oltre il noto che si infissa vorace
cibo a perpetuare la stessa fine
l'uguale fuggire il Logos vivace

(a Felice Serino su "L'ombra" – 11 luglio 2005)
Flavio Ballerini (Pesaro, 1951-2006)

*
L'ombra "morde" il corpo, i piedi dell'anima, si avvinghia e diventa viva come qualcosa di te in catalessi. L'ombra ti permette di guardarti in proiezione.
L'ombra è un dissolvente che a sua volta si dissolve con la morte. L'ombra è uguale alla fisicità dell'estasi, quando si stacca da terra. L'ombra è ciò che si camuffa, come il vino che scivola per le strade può essere confuso con il sangue della tua brocca rotta.
L'ombra è una stretta di mano a chi conosci già, una prolungata presentazione…
L'ombra è il silenzio che parla delle tue pene, le prolunga…ma non le stacca mai da te.
L'ombra è un giocattolo serio che ha la tua stessa meccanica, solo che non puoi prenderlo fra le mani se non quando saluterai il mondo con una "garbata prostrazione".
L'ombra è un gemello senza peso che ha un suo peso, una sua energia (come quella elettrica) che scarica a terra.

Andrea Crostelli
*
[Segnalata al Premio "Paesepoesia", Belvedere Ostrense (AN),2005.
Nella motivazione il Presidente della Giuria, nonché Presidente del Circolo "La Gioconda" di Ostra, Giancarla Raffaeli, così si esprime:
"L'ombra è un testo originale e personalissimo che, attraverso un ritmo spezzato e drammatico, evoca l'atmosfera contratta della sospensione della coscienza di sé e del proprio corpo, proiettati nell'inconsistenza estranea e divisa dell'ombra".]

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