È uscito il 6 dicembre scorso in tutte le librerie, per i tipi della romana Ensemble, Rebus Banksy, il nuovo libro-disco di Andrea Del Monte che porta quale sottotitolo L’uomo dall’arte ribelle.
Non si tratta solo di un libro dedicato
al grande artista e writer britannico
ma anche un libro di poesie, racconti e di musica. Nominare Banksy – si legge
nel comunicato di lancio dell’opera – significa solitamente catturare
immediatamente l’attenzione mediatica anche se l’interesse sociale spesso si
limita solo a cercare d’individuarne l’identità. Del Monte ha avuto modo di
osservare: «Per me,
l’identità di Banksy può restare un rebus. A me interessa la sua arte». Ed è tale
l’obiettivo del libro-disco: andare al di là del nome per approfondire,
attraverso alcune delle massime forme d’arte, tutti i significati che le opere
del celebre e al contempo misterioso writer
possono offrire. Emozioni, sentimenti, riflessioni, note e quant’altro.
Per realizzare l’opera Andrea Del Monte
si è avvalso della collaborazione di Jacopo Colabattista, che ha ridisegnato
dieci opere di Banksy, degli scrittori e poeti Vivian Lamarque, Antonio
Veneziani, Renzo Paris, Elisabetta Bucciarelli, Geraldina Colotti, Susanna
Schimperna, Giorgio Ghiotti, Gino Scartaghiande, Fernando Acitelli, Antonio
Pennacchi, Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Angelo Mastrandrea, Alessandro
Moscè, Claudio Finelli, Marcello Loprencipe, Diego Zandel, Helena Velena e Ugo
Magnanti.
Tra le opere di Banksy selezionate e qui
riprodotte figurano “Il lanciatore di fiori” (“The Flower Thrower”, opera in
stencil nero apparsa nel 1999 su un muro di Beit Sahour in Palestina) in cui in
una diapositiva di un’ipotetica intifada al posto delle pietre vengono lanciati
fiori a trasmettere un’idea di negazione della guerra nella quale la
collettività dovrebbe impegnarsi; “La madonna con la pistola” (apparso come
murales nei pressi di Piazza Gerolomini a Napoli) con un chiaro intento di
denuncia del fenomeno malavitoso camorrista; “Bambino migrante” (“Migrant
child”) opera apparsa nel 2019 su un muro di una casa lambita dall’acqua del
Canale a Venezia nel sestiere Dorsoduro, in cui il tema è l’immigrazione che
concerne il mondo dell’infanzia: il bambino tiene in mano un razzo di
segnalazione dal quale diparte una conformazione fumosa in un acceso color
fucsia ad intendere un SOS lanciato. Il critico Vittorio Sgarbi all’epoca
sostenne che era necessario un intervento protettivo per tutelare l’opera,
esposta alle intemperie e all’umidità vista la prossimità dell’acqua del Canale
che arriva a coprire addirittura i piedi del ragazzino ritratto.
Tra le altre opere di Banksy proposte
figurano “Il calciatore rivoluzionario” pensata per riferirsi all’Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), un movimento nato in Messico in
sostegno delle popolazioni indios contro il capitalismo rappresentato dal
Subcomandante Marcos; “Babbo Natale” apparso su un muro di Birmingham dove, a
un vero clochard che dorme steso su una panchina, il misterioso artista ha
pitturato sul muro le linee che collegano alle renne (la panchina sarebbe
dunque la slitta). Il canonico ridanciano Santa Claus è trasformato da Banksy
in clochard, povero derelitto che vive alle intemperie della vita, per
sottolineare il tema della marginalità delle periferie, della vulnerabilità e
della povertà sociale.
Si continua con “Evoluzione umana in
codice a barre” (o “Evoluzione della scimmia a codice a barre”) in cui nella
poesia collegata, a firma dello stesso Andrea Del Monte, leggiamo “Sono una persona, non sono un codice a
barre, / sono una persona, non sono uguale alle altre”. Fanno capolino il
tema dell’alienazione e della mancanza d’identità che in questa società
contemporanea purtroppo spopolano e che lasciano il posto alla generalizzazione
e al bieco relativismo. Con l’opera banksyana “Bambini sulle armi” (“Kids on
guns”) ritorna il tema della violenza, della guerra, riferito all’inerme mondo
dei bambini: qui due ragazzi sono ritratti vicini sulla sommità di un cumulo di
armi d’artiglieria. Il tutto ha – come capita quasi sempre – una colorazione
nera mentre il palloncino che reggono e che si eleva verso l’alto (a differenza
delle armi, in basso) è di colore rosso e ha una forma di cuore. Associata a
quest’opera è una cantilenesca poesia di Vivian Lamarque – poetessa da sempre
particolarmente legata al mondo dei minori – intitolata “Filastrocca in
disarmo” che recita: “C’era una guerra
così intelligente / che solo lei si capiva / gli altri non capivano niente, /
gli altri non capivano niente”. E poi, verso la chiusa: “Morivano tutti anche i bambini / […] // Ma
più di tutti moriva il mare / vedendo i bambini morire di mare”.
C’è poi la curiosa “Banconota Lady Diana
/ Di-Faced Turner” che ritrae una fantasiosa banconota con l’immagine della
Principessa dei Cuori e, al posto di Bank of England, Banksy of England. Si
tratta, come avviene nella maggior parte dei casi, di una provocazione.
L’artista vuol forse riferirsi allo stigma della donna per l’allontanamento
dalla Real Casa e al clima d’odio fomentato da certa stampa, alla sua
vulnerabilità di donna e alla solitudine del suo ultimo periodo prima del
tragico incidente nella Capitale francese. Nella poesia di Susanna Schimperna
dedicata alla Principessa si legge: “Lei
era troppo dolce / guardava intimidita sempre da un’altra parte”.
Tra le ultime opere proposte in questo
volume grafico, poetico, narrativo e musicale ci sono “Il bacio dei poliziotti”
(“Kissing Coppers”) e “La bambina con il palloncino” (“Balloon girl”)
quest’ultima accompagnata, in chiave poetica, da un testo di Elisabetta
Bucciarelli.
Rebus
Banksy,
che è un’opera polifonica e multimediale, contiene anche quattro interviste ad
altrettanti esponenti del mondo artistico in tutte le sue declinazioni:
Vittorio Sgarbi, Vauro Senesi, Sabina De Gregori (autrice del primo libro, nel
nostro Paese, dedicato al geniale artista di strada, Banksy, il terrorista dell’arte, opera del 2010) e Giuseppe
Pollicelli. Il medesimo format d’intervista è proposto per i quattro esponenti
intervistati. Diverse sono le considerazioni attorno alle potenzialità della street art di Banksy, a fornire uno
scenario completo e variegato, motivo di riflessione.
Mediante il codice QR che figura nel
colophon del libro è possibile ascoltare le dieci canzoni che l’Autore ha
prodotto in collaborazione con artisti di fama mondiale tra i quali John
Jackson (storico chitarrista di Bob Dylan), Fernando Saunders (produttore e
bassista di Lou Reed) ed Ezio Bonicelli (violinista e chitarrista di Giovanni
L. Ferretti e dei CCCP).
Andrea Del Monte è chitarrista,
cantautore e compositore. Ha partecipato allo storico festival “Il Cantagiro”
dell’edizione 2007, risultando vincitore del premio della critica. Si è più
volte esibito a Casa Sanremo e nel Sanremo Off e in alcune tappe di Radio
Italia. Al suo primo EP hanno collaborato John Jackson e il musicista ed
etnomusicologo Ambrogio Sparagna. Ha pubblicato il libro Brigantesse, storie d’amore e di fucile (Ponte Sisto, Roma, 2019) il
cui disco allegato si apre con l’intervento di Sabrina Ferilli e il libro-disco
Puzzle Pasolini (Ensemble, Roma, 2022)
con il quale ha ricevuto in Campidoglio i premi “Microfono d’oro”, “Antenna d’oro
per la TIVVU” e il “Sette Colli”. A Lanuvio l’opera è stata premiata con il
premio speciale “Croffi – Castelli Romani Film Festival”.
Lorenzo Spurio
Matera, 08/0/2024
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