Adoro ottobre. È un tempo piovoso, di bufera di neve e, spesso, è nuvoloso. Le foglie gialle cadono e scricchiolano sotto i piedi; vederle in quella danza porta pace e riposo al cuore. Anche se ieri è stata una giornata molto ventosa, oggi piove. Al tramonto, tutto sembra più tranquillo, dal terreno emerge un odore aspro che, mescolato all’umidità, si estende fino al respiro. Di notte la temperatura scende lentamente e sento il freddo scendere su di me, mentre sono sul balcone. È ora di entrare.
Nel comfort della mia camera contemplo la lunga e grande libreria. Vado verso la libreria e mi fermo un attimo a pensare cosa fare. Non ho voglia di leggere. Mi fa male la testa e il cuore mi batte forte. Un libro è davvero l’ultima cosa che mi aiuterebbe a rilassarmi. Decido di sedermi. Mi ricordo che Nafeesa non mi ha restituito il libro che ha preso in prestito. Esattamente dieci giorni prima, aveva preso “Cent’anni di solitudine”. Da quel momento in poi, non l’ho più vista. Col passare del tempo il mal di testa aumenta. Prendo la medicina con l’aiuto di una birra rinfrescante e una tazza di caffè amaro e ritorno nella mia stanza.